Liberatorie fotografice e diritto d’autore
Utilizzare le foto a seguito di un evento è fondamentale per gli operatori del settore e mai argomento...
Quando la Puglia ha “partorito” la precedente ordinanza ho citato Michela Caparezza e la sua “Vieni a ballare in Puglia”, ora alla luce della seconda super ordinanza di oggi voglio cimentarmi in un’altra citazione musical-pugliese utilizzando il titolo del tormentone estivo dei mitici Tribemolle “Time to dance”.
Se l’ordinanza n.259 del 12 giugno 2020 aveva tracciato una ripresa con maglie un po’ più larghe rispetto le ordinanze delle altre regioni, quest’ultima, la n.283 dell’8 luglio ha previsto ulteriori aperture.
Ma iniziamo a vedere quali le novità previste iniziando proprio dalla questione “danzereccia”.
La modalità di ballo in luogo aperto rispettando il codice di affollamento di 0.7 persone al metro quadro ma nel caso in cui la curva epidemiologica della Regione Puglia nei quindici giorni dalla riapertura dei locali di intrattenimento danzante non presenti variazioni peggiorative, il codice di affollamento tornerà ad essere quello previsto dalle normative vigenti ovvero di 1,2 persone per metro quadro.
Viene lasciata al gestore delle location l’implementazione di ogni possibile sistema di sicurezza a condizione che:
ci sia un autocontrollo del distanziamento sociale, non inferiore a 1 metro, eccezion fatta per i soggetti conviventi,
si inviti alla frequente disinfezione delle mani attraverso disinfettanti personali e/o forniti o messi a disposizione dal gestore, attraverso punti di approvvigionamento dislocati nella struttura in zone ritenute idonee, sia all’aperto che al chiuso.
La misurazione della temperatura corporea è consigliata, ma non obbligatoria.
Deve essere garantito che le code per l’accesso si svolgano nel rispetto del corretto distanziamento interpersonale.
La presenza di un operatore sarebbe auspicabile per gestire l’ingresso degli ospiti per evitare la formazione di involontari assembramenti;
Bisognerà valutare, nel caso la struttura del locale lo consenta, di costruire percorsi unidirezionali, per garantire un flusso ordinato degli ospiti.
I fotografi dovranno indossare la mascherina chirurgica qualora debbano avere una distanza interpersonale inferiore a 1 metro dalla clientela e organizzare il servizio fotografico in modo responsabile e prediligendo i criteri di prevenzione anzidetti, quali regole comuni per chiunque;
I gruppi musicali dovranno essere distanti dal pubblico almeno 3 metri, nel caso in cui non siano provvisti di barriere anti droplets in prossimità del microfono. Dovranno indossare la mascherina chirurgica esclusivamente nel caso in cui debbano spostarsi nelle aree comuni interne (recarsi in bagno, al bar, ecc.). Particolare attenzione e/o idoneo presidio monouso dovrà essere impiegato nell’utilizzo del microfono, qualora non di uso strettamente personale.
Resta la raccomandazione a privilegiare gli spazi all’aperto in quanto presentano minori rischi di trasmissione del virus.
Una novità presente nell’ordinanza è l’estensione della deroga al distanziamento sociale prevista per i conviventi, anche ai congiunti e alle persone con le quali si intrattengono relazioni sociali abituali (frequentatori/commensali abituali), quindi nella sistemazione dei tavoli dovrà essere garantito il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro, fatta eccezione per i tavoli composti da persone che non siano soggette al distanziamento interpersonale in quanto conviventi, congiunti, persone che intrattengano tra loro relazioni sociali abituali (frequentatori/commensali abituali) e persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale. Detto aspetto afferisce alla responsabilità individuale del cliente, per cui è facoltà dell’azienda richiedere in forma preventiva autocertificazione scritta ai sensi del DPR 445/2000.
La distanza minima tra tavoli adiacenti, considerando l’ingombro delle sedie, deve essere di almeno 2 metri (0,5+0,5+1m), considerando il passaggio degli addetti al servizio di somministrazione. Si consiglia, tuttavia, ove possibile garantire una distanza di metri 2,50.
Gli ospiti in ambienti interni ed esterni non avranno l’obbligo di indossare la mascherina chirurgica nei casi di allontanamento dal proprio tavolo a condizione di rispettare il distanziamento interpersonale di 1 metro, se soggetti non conviventi, congiunti, persone che intrattengano tra loro relazioni sociali abituali (frequentatori/commensali abituali) e persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale.
L’ordinanza fa più volte riferimento alla esclusiva responsabilità individuale e precisa che tale facoltà sarà consentita esclusivamente nelle strutture che potranno garantire il rispetto delle condizioni microclimatiche indicate nello specifico paragrafo, ai sensi della Norma UNI-10339.
I gestori dovranno comunque mettere a disposizione dei clienti mascherine monouso, nel caso in cui gli stessi volessero farne uso.
Resta non consentito l’allestimento del buffet al tavolo, se non in confezioni monoporzioni.
Fa eccezione a tale prescrizione il servizio a nuclei che intrattengano tra loro relazioni sociali abituali (frequentatori/commensali abituali) e interpersonale, che potranno condividere portate di alimenti in modalità promiscua. Anche questo aspetto afferisce all’esclusiva responsabilità individuale dei soggetti interessati.
Gli eventi con ballo in spazi interni andranno organizzati con tempistiche predefinite, garantendo una superficie pro capite pari a 2 metri quadri, potenziando il ricambio d’aria dei locali.
Restano consentiti spettacoli e/o esibizioni artistiche di qualsiasi natura purché possa sempre essere rispettata la distanza interpersonale di un metro.
Tirando le somme quindi ancora una volta la Regione Puglia con le sue ordinanze fa un chiaro richiamo alla responsabilità personale, allenta un po’ le restrizioni e segna una piccola svolta estendendo la deroga al distanziamento sociale prevista per i conviventi, anche ai congiunti e alle persone con le quali si intrattengono relazioni sociali abituali.
Come sarebbe bello se la Curia pugliese prendesse le mosse da questa ordinanza, sognare un po’ ci è permesso e non ci costa nulla.