Liberatorie fotografice e diritto d’autore
Utilizzare le foto a seguito di un evento è fondamentale per gli operatori del settore e mai argomento...
Con ben due giorni di anticipo sulla scadenza naturale del 3 aprile è nato il nuovo decreto: il DPCM 1 aprile 2020. Ha sostanzialmente di fatto esteso il periodo sottoposto a misure di sicurezza sino al 13 aprile.
La situazione matrimoni è nel caos più totale, i professionisti del wedding sono impegnati in un lavoro extra (e non previsto!) che ha come obiettivo mettere in sicurezza, per questo 2020, più date di matrimoni possibili.
Gli ostacoli sono tanti, i dubbi molteplici e visto che stiamo tutti “navigando a vista” riesce davvero difficile fare delle previsioni.
Per fortuna qualche risposta siamo in grado di darla.
Molte future spose nei giorni scorsi si sono poste due domande: 1. Se ho già avviato il procedimento burocratico e le mie pubblicazioni sono già affisse se sposto il matrimonio oltre i 180 giorni saranno ancora valide o dovrò fare tutto ex novo?
Inizio dall’ultima domanda, bisogna calcolare un mese più o meno per avviare tutto il procedimento e per recuperare tutti i documenti. Per capire meglio i tempi tecnici potete leggere il post sul mio blog “L’iter burocratico per il matrimonio e Coronavirus”.
Per rispondere invece alla prima domanda ci viene incontro il Decreto – Legge 17 marzo 2020.n18 c.d. “Cura Italia” il quale ha previsto all’articolo 103 la sospensione dei termini relativi ai procedimenti amministrativi, sia ordinatori che perentori dal 23 febbraio al 15 aprile 2020. Cosa vuol dire nel caso che ci occupa?
Significa che è stata prevista una proroga delle pubblicazioni del matrimonio: dal 23 febbraio al 15 aprile il termine dei 180 giorni si intende interrotto e riprenderà a decorrere dal 16 aprile.
Per comprendere come calcolare il nuovo termine di scadenza facciamo un esempio pratico: pubblicazioni perfezionate il 27 dicembre, calcoliamo quanti giorni intercorrono tra questo giorno ed il 23 febbraio (termine in cui i 180 giorni si considerano interrotti!) abbiamo quindi 58 giorni. Per arrivare a 180 ne dovranno trascorrere ancora 122 e questi 122 giorni riprenderanno a decorrere dal 16 aprile. Nuovo termine di scadenza: 16 agosto.
Attenzione il termine dei 180 giorni inzia a decorrere (art.99 c.c e dottrina prevalente) allo scadere del terzo giorno disposto per l’opposizione. Nel caso di pubblicazioni effettuate in due comuni i 180 giorni decorrono dal perfezionamento dell’ultima.
Importante: la violazione dei termini non incide sulla validità del matrimonio ma determina l’applicazione della sanzione di cui all’art.138 c.c.!
E se lo Stato pensa a come semplificarci la vita in questo periodo nero ecco che la Chiesa, in alcuni casi invece sembra voglia complicare un po’ le cose.
Parto dal presupposto che il Vescovo detiene una potestà ordinaria, questo sta a significare che può dare delle direttive alle parrocchie della sua diocesi.
In questi giorni è giunta voce che in una diocesi in Toscana il vescovo abbia bloccato i matrimoni in chiesa fino ad ottobre, in una diocesi pugliese invece il Vescovo lo ha disposto fino alla fine di giugno. Da una ricerca in rete durata una mattina intera non ho reperito alcuna comunicazione ufficiale.
La CEI (Conferenza Episcopale Italiana) con un comunicato ufficiale ha recepito le disposizioni contenuto nei decreti, atteggiamento decisamente sensato che dimostra la volontà della Chiesa di procedere “step by step” accanto al Governo.
Purtroppo ogni Vescovo “ha il potere” di prendere decisioni valide per la propria diocesi e potrebbe anche prevedere uno stop ai matrimoni oltre i termini previsti dai decreti.
Questa stagione 2020 dei matrimoni ha già subito gravi danni e mi auguro che non venga messa ancora più “in ginocchio” da decisioni magari affrettate che renderebbero vano il lavoro immenso dei professionisti del matrimonio.
Se il Governo ha scelto la linea che prevede delle decisioni graduali tutti dovrebbero attenersi ad esse.