Quando la Puglia ha “partorito” la precedente ordinanza ho citato Michela Caparezza e la sua “Vieni a ballare in Puglia”, ora alla luce della seconda super ordinanza di oggi voglio cimentarmi in un’altra citazione musical-pugliese utilizzando il titolo del tormentone estivo dei mitici Tribemolle “Time to dance”.
Se l’ordinanza n.259 del 12 giugno 2020 aveva tracciato una ripresa con maglie un po’ più larghe rispetto le ordinanze delle altre regioni, quest’ultima, la n.283 dell’8 luglio ha previsto ulteriori aperture.
Ma iniziamo a vedere quali le novità previste iniziando proprio dalla questione “danzereccia”.
La modalità di ballo in luogo aperto rispettando il codice di affollamento di 0.7 persone al metro quadro ma nel caso in cui la curva epidemiologica della Regione Puglia nei quindici giorni dalla riapertura dei locali di intrattenimento danzante non presenti variazioni peggiorative, il codice di affollamento tornerà ad essere quello previsto dalle normative vigenti ovvero di 1,2 persone per metro quadro.
Viene lasciata al gestore delle location l’implementazione di ogni possibile sistema di sicurezza a condizione che:
ci sia un autocontrollo del distanziamento sociale, non inferiore a 1 metro, eccezion fatta per i soggetti conviventi,
si inviti alla frequente disinfezione delle mani attraverso disinfettanti personali e/o forniti o messi a disposizione dal gestore, attraverso punti di approvvigionamento dislocati nella struttura in zone ritenute idonee, sia all’aperto che al chiuso.
La misurazione della temperatura corporea è consigliata, ma non obbligatoria.
Deve essere garantito che le code per l’accesso si svolgano nel rispetto del corretto distanziamento interpersonale.
La presenza di un operatore sarebbe auspicabile per gestire l’ingresso degli ospiti per evitare la formazione di involontari assembramenti;
Bisognerà valutare, nel caso la struttura del locale lo consenta, di costruire percorsi unidirezionali, per garantire un flusso ordinato degli ospiti.
I fotografi dovranno indossare la mascherina chirurgica qualora debbano avere una distanza interpersonale inferiore a 1 metro dalla clientela e organizzare il servizio fotografico in modo responsabile e prediligendo i criteri di prevenzione anzidetti, quali regole comuni per chiunque;
I gruppi musicali dovranno essere distanti dal pubblico almeno 3 metri, nel caso in cui non siano provvisti di barriere anti droplets in prossimità del microfono. Dovranno indossare la mascherina chirurgica esclusivamente nel caso in cui debbano spostarsi nelle aree comuni interne (recarsi in bagno, al bar, ecc.). Particolare attenzione e/o idoneo presidio monouso dovrà essere impiegato nell’utilizzo del microfono, qualora non di uso strettamente personale.
Resta la raccomandazione a privilegiare gli spazi all’aperto in quanto presentano minori rischi di trasmissione del virus.
Una novità presente nell’ordinanza è l’estensione della deroga al distanziamento sociale prevista per i conviventi, anche ai congiunti e alle persone con le quali si intrattengono relazioni sociali abituali (frequentatori/commensali abituali), quindi nella sistemazione dei tavoli dovrà essere garantito il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro, fatta eccezione per i tavoli composti da persone che non siano soggette al distanziamento interpersonale in quanto conviventi, congiunti, persone che intrattengano tra loro relazioni sociali abituali (frequentatori/commensali abituali) e persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale. Detto aspetto afferisce alla responsabilità individuale del cliente, per cui è facoltà dell’azienda richiedere in forma preventiva autocertificazione scritta ai sensi del DPR 445/2000.
La distanza minima tra tavoli adiacenti, considerando l’ingombro delle sedie, deve essere di almeno 2 metri (0,5+0,5+1m), considerando il passaggio degli addetti al servizio di somministrazione. Si consiglia, tuttavia, ove possibile garantire una distanza di metri 2,50.
Gli ospiti in ambienti interni ed esterni non avranno l’obbligo di indossare la mascherina chirurgica nei casi di allontanamento dal proprio tavolo a condizione di rispettare il distanziamento interpersonale di 1 metro, se soggetti non conviventi, congiunti, persone che intrattengano tra loro relazioni sociali abituali (frequentatori/commensali abituali) e persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale.
L’ordinanza fa più volte riferimento alla esclusiva responsabilità individuale e precisa che tale facoltà sarà consentita esclusivamente nelle strutture che potranno garantire il rispetto delle condizioni microclimatiche indicate nello specifico paragrafo, ai sensi della Norma UNI-10339.
I gestori dovranno comunque mettere a disposizione dei clienti mascherine monouso, nel caso in cui gli stessi volessero farne uso.
Resta non consentito l’allestimento del buffet al tavolo, se non in confezioni monoporzioni.
Fa eccezione a tale prescrizione il servizio a nuclei che intrattengano tra loro relazioni sociali abituali (frequentatori/commensali abituali) e interpersonale, che potranno condividere portate di alimenti in modalità promiscua. Anche questo aspetto afferisce all’esclusiva responsabilità individuale dei soggetti interessati.
Gli eventi con ballo in spazi interni andranno organizzati con tempistiche predefinite, garantendo una superficie pro capite pari a 2 metri quadri, potenziando il ricambio d’aria dei locali.
Restano consentiti spettacoli e/o esibizioni artistiche di qualsiasi natura purché possa sempre essere rispettata la distanza interpersonale di un metro.
Tirando le somme quindi ancora una volta la Regione Puglia con le sue ordinanze fa un chiaro richiamo alla responsabilità personale, allenta un po’ le restrizioni e segna una piccola svolta estendendo la deroga al distanziamento sociale prevista per i conviventi, anche ai congiunti e alle persone con le quali si intrattengono relazioni sociali abituali.
Come sarebbe bello se la Curia pugliese prendesse le mosse da questa ordinanza, sognare un po’ ci è permesso e non ci costa nulla.
Quando convoleremo a nozze?Sono stati 70 giorni molto impegnativi, momenti intensi delle mie giornate lavorative trascorse tra consulenze, dirette e interviste.
Questa sera sono stata ospite sulla pagina Facebook di “The Versilia Lifestyle”.
“La prima free press del territorio completamente in bianco e nero, The Versilia Lifestyle alterna uno stile retrò che si rifà agli anni ruggenti di un territorio dal fascino intramontabile, a contenuti moderni ed innovativi.”
In compagnia della mia amica e wedding planner Glenda Marradi, toscana DOC, abbiamo rilasciato alla bravissima Isotta Bocassini un’intervista molto carina.
Per chi se la fosse persa eccola qua
Per raccontare il matrimonio di Elena e Cesare ho scelto questa foto stupenda della wedding cake e del suo allestimento, arrivando alla fine del post ne capirete il motivo.
Elena e Cesare sono entrambi lombardi ed hanno scelto di sposarsi in una chiesa bellissima in quel di Ripalta Cremasca, la Chiesa di San Michele Arcangelo.
Per il ricevimento hanno optato per una location deliziosa a 200 metri dalla Chiesa, Villa San Michele (il nome Michele/a è stato il fil rouge di questo matrimonio ndr).
Anche in questo caso le previsioni del tempo ci davano per spacciati: era previsto un violento temporale e nessuna traccia di sole lungo tutto l’arco della giornata.
Siamo arrivati il giorno prima dell’evento portando dal sud un sole meraviglioso ed io immaginavo non mi avrebbe abbandonato del tutto il giorno seguente.
La preparazione di Elena è stata emozionante, la sua testimone Gessica e la sua mamma ne hanno seguito trepidanti tutte le fasi.
Quando lo staff dei fioristi ha iniziato a portare a casa della sposa le creazioni di Nadia ( Poletti, la flower designer ndr) è stato tutto un susseguirsi di “wow”.
Il bouquet meraviglioso, esattamente identico al disegno della sposa, i centrotavola deliziosi racchiusi in scatole di legno create dal papà della sposa, le bottoniere stupende ed i fiori freschi, previsti per l’acconciatura, che campeggiavano nel vaso brillando dei colori intensi del borgogna, rosa salmone e bianco.
In questo matrimonio si è verificata una curiosa inversione dei ruoli, la sposa emanava tranquillità da tutti i pori ma lo sposo sembrava seduto su di un cuscino di spilli: era agitatissimo tanto che è arrivato con un pò di ritardo.
Lascio la sposa per correre dalla mia Claudia (Girola, di Colorato di Pink, mio braccio destro preziosissimo) in chiesa e iniziamo a scrutare il cielo e, come già dal mattino, il sole splendeva alto nel cielo ma qualche nuvola minacciava da lontano.
Le avremmo tenute d’occhio più tardi.
La chiesa mi ha lasciata a bocca aperta, Nadia era intenta a sistemare le ultime composizioni, il colpo d’occhio era oltre ogni aspettativa, il progetto sulla carta non solo era stato rispettato ma era più bello mille volte. La realtà che supera la fantasia!
Una telefonata del fotografo ci avverte della sposa in arrivo, do uno sguardo a Claudia e ci capiamo al volo: sposa in arrivo ma sposo in ritardo.
Chiamo immediatamente la testimone della sposa, che era in auto con lei e invito tutti loro a fare un bel giretto lungo.
Trascorrono 10 minuti ed ecco apparire all’orizzonte l’auto dello sposo, tiriamo un sospiro di sollievo.
Con un pò di fatica invitiamo tutti gli invitati a prendere posto all’interno e come per magia, complice il ritardo strategico dello sposo, riesco a realizzare un mio sogno: l’ingresso in chiesa dello sposo al braccio della sua mamma con gran parte degli invitati presenti!
Soddisfatta mi accingo ad accogliere sul sagrato della Chiesa Elena che arriva finalmente e compie il suo ingresso trionfale (come dovrebbe essere per ogni sposa!) accolta dagli applausi e dall’affetto di amici e parenti.
Come amo dire sempre, il team fa la differenza in un evento, per questioni logistiche in quest’anno occasione non è stato possibile portare con me la mia crew ma ho voluto fortemente al mio fianco una collega che è anche una mia grande amica: Claudia, senza di lei non avrei potuto realizzare ciò che è stato.
La cerimonia in chiesa volge al termine senza intoppi, Claudia già in location a sistemare la sala e gli ultimi dettagli.
Esco sul sagrato un attimo prima degli sposi e qualche goccia inizia a venire giù nonostante la presenza del sole, decido di dare un’accellerata alle operazioni all’interno della chiesa.
Riusciamo a far uscire gli sposi indenni, il volo delle due colombe avviene con successo e, mentre i novelli marito e moglie raccolgono gli auguri, scappo in location, il fotografo mi avrebbe avvisata del loro arrivo.
In location Claudia ed io siamo perennemente col naso all’insù, scrutiamo, osserviamo, ci trasformiamo in allieve di Bernacca (è ancora vivo?). Cerchiamo di capire se e quando il mega temporale si abbatterà sulla villa e ripassiamo il piano B.
Gli sposi sono arrivo da lì a 10 minuti quando un pò di vento si alza all’improvviso, altra occhiata tra Claudia e me e via di corsa verso la tensostruttura allestita per il pranzo pronte a sistemare all’interno il tavolo con le escort cards allestito originariamente all’esterno.
Gli sposi arrivano in Villa e, come da programma, (la Villa aveva dei paesaggi strepitosi) iniziano il loro shooting mentre gli ospiti vengono intrattenuti dal cocktail di benvenuto.
Non fanno in tempo a terminare l’ultimo scatto quando una pioggerella inizia a venire giù, prima lentamente ma poi sempre più insistente.
Gli ospiti per fortuna sono tutti già ai loro tavoli e gli sposi fanno appena in tempo a fare il loro ingresso, finalmente il pranzo e la festa possono inziare.
Il sole a momenti fa capolino ma la pioggia ha ormai bagnato tutto all’esterno e la zona che avrebbe dovuto ospitare il taglio della torta non è agibile. Insieme a Claudia decidiamo di allestire il tavolo della torta all’interno, purtroppo gli sposi avrebbero dovuto rinunciare al piano A.
Ciò che può venir fuori a volte da un piano B è davvero strabiliante, mi sono occupata personalmente di allestire il tavolo della torta ed è stato un gioco da ragazzi perchè le composizioni erano meravigliose, ed il risultato è quello che vedete in foto.
Vi ho parlato all’inizio del post del motivo per cui ho scelto proprio la foto dell’allestimento della wedding cake?
Ecco Voi non avete idea di quanti complimenti mi sono “beccata” dalla sposa, era entusiasta ed ancora oggi Lei si chiede:” come e soprattutto quando sei riuscita a creare questo?”
Il quando è presto detto: 10 minuti di fuoco, per rispondere al “come” devo ancora una volta scomodare due parole chiave: formazione ed esperienza sul campo!
Il problem solving non è una cosa innata, è una dote che si sviluppa col tempo e con lo studio continuo.
E tu hai già capito se vuoi avvalerti di un’organizzatrice di eventi per il tuo grande giorno?
Elena e Cesare lo hanno fatto e nemmeno il diluvio è riuscito a rovinare il loro grande giorno.
“Innamorarsi è facile, ma restare innamorati è qualcosa veramente speciale.”
(Anonimo)
Il sogno di Paola (e Alfonso)Sin dalla prima volta in cui Paola ha messo piede nella corte della location, che avrebbe poi scelto insieme ad Alfonso per il loro giorno più bello, ha subito espresso un desiderio: voleva assolutamente che gli ospiti venissero sistemati in tavoli imperiali e non rotondi.
In quel momento guardando la luce che riempiva i suoi occhi io ho promesso a lei e a me stessa che avrei fatto tutto quanto in mio potere per realizzare e proteggere il suo sogno.
C’era però un limite oggettivo dato dal fatto che gli ospiti di Alfonso e Paola avrebbero sfiorato le 200 unità ed è così che le ho proposto una fusione tra tavoli imperiali e tavolo rotondi.
Il 23 giugno 2018 a Brindisi il sole splendeva alto nel cielo, le previsioni dei 15 giorni precedenti il matrimonio ci avevano prospettavo un bel temporale ma ero fiduciosa: la mia fama di portare con me il bel tempo non mi avrebbe abbandonata.
Erano circa le 15:30 e con le mie fidate collaboratrici ci accingevamo ad entrare in chiesa per sistemare gli ultimi dettagli, veniamo distratte dallo squillo del mio telefono era Ilaria (la proprietaria dalla location ndr!) che mi informava della presenza di un fastidioso vento e mi chiedeva dove avrebbero dovuto allestire: all’interno o in corte.
Le ho risposto che non avremmo per nulla al mondo rinunciato alla corte!
L’ingresso in chiesa di Paola è stato bellissimo ed emozionante con una nota simpatica, il paggetto che avrebbe dovuto portare le fedi è entrato aprendo il corteo brandendo il mini bouquet rubato alla damigella.
Un addobbo floreale total white composto da ortensie e rami di mirto che sprigionavano odore soave e buonissimo ha accolto Paola al braccio del suo papà Eugenio.
Il percorso della navata arricchito da boules di vetro con candele bianchissime accese.
Il rito religioso si è compiuto ed i novelli sposi si sono rilassati pronti a festeggiare con tutti gli amici ed i parenti in location.
Come ho scritto in un post sulla mia pagina Facebook per Paola e Alfonso ho sfidato il maestrale ed ho vinto, abbiamo vinto.
Durante il tragitto tra la chiesa e la location una telefonata ci informa che in corte volavano vasi. Arrivata lì con il mio braccio destro abbiamo cercato di capire come poter risolvere il problema: su di un solo tavolo imperiale (ne avevamo 4 più 8 rotondi ndr) si formavano dei piccoli vortici di vento che impedivano ai vasi più alti di reggersi in piedi.
Abbiamo atteso qualche minuto e rotto 3 vasi e alla fine abbiamo deciso: stravolgiamo il programma e modifichiamo “sul campo” l’allestimento del tavolo. Gli sposi erano arrivati in location e gli ospiti avevano quasi terminato il cocktail di benvenuto.
Sono stati i 15 minuti più intensi della mia vita ma alla fine abbiamo risolto, ed alla grande, il problema!
Sono corsa ad accogliere i miei sposi all’ingresso e quando li ho informati che avevamo leggermente dovuto cambiare i programmi la sposa con una delusione infinita negli occhi mi ha chiesto: “Non ho i miei tavoli imperiali?”
In quel momento ho capito che avevo preso la decisione giusta, che avevo protetto e realizzato il grande desiderio della mia sposa.
Le ho risposto che i “i suoi tavoli imperiali” erano lì, che avevamo allestito in corte e che il suo sogno era salvo.
Ricordate il mio incipit? Bene, lo avevo promesso a Lei ed a me stessa: “avrei fatto tutto quanto in mio potere per realizzare e proteggere il suo sogno!”
Ed è esattamente ciò che ho fatto!
L’adrenalina e le emozioni che ho raccolto quel giorno rimarranno con me per sempre, impresse nella mia mente e nel mio cuore.
Paola e Alfonso hanno avuto il loro lieto fine, e tu?
Cosa aspetti a chiedermi in cosa posso esserti utile durante i preparativi del tuo matrimonio?
“Di qualunque cosa le nostre anime siano fatte, la mia e la tua sono fatte della stessa cosa”
(Emily Brontë)
Il Galateo…Sono molti gli sposi che quando danno il via ai preparativi del loro giorno più bello si pongono la domanda: siamo costretti ad osservare le regole del galateo o possiamo tranquillamente ignorarlo?
Quando viene posto a me questo interrogativo il mio pensiero corre subito all’immagine del bianco e del nero: nessuno obbliga gli sposi ad aderire al galateo, ma una volta che viene deciso di rispettare delle regole scritte (non da me ndr!) bisogna farlo fino in fondo.
D’altra parte, come già detto sopra, non esiste un obbligo e quindi via alla piena libertà di fare come ci ispira il cuore. Indossare uno smoking in pieno giorno (il galateo non prevede la possibilità per lo sposo di indossarlo MAI!ndr) oppure scegliere di indossare un tight o un mezzo tight durante la cerimonia di pomeriggio/sera, onestamente rende il tutto un po’ una pantomima. Può essere indossato durante le cerimonie entro le 18 in Italia ed entro le 16:30 nel Regno Unito ed infatti viene chiamato “morning dress”. Se viene scelto dallo sposo diventa un obbligo anche per i testimoni e per i padri degli sposi. Il Frac invece va utilizzato solo per le cerimonie di sera.
Spesso e volentieri noto che all’arrivo della sposa all’altare sia lo sposo a svelarla e a schioccare un leggero bacio sulla sua fronte, questo gesto così carino e dolce, senza dubbio, rende evidente che gli sposi non conoscono il reale significato del gesto. Secondo galateo infatti è il papà della sposa che la svela, la bacia e la mette nelle mani al futuro marito. La “consegna” alla sua nuova vita.
Altro argomento che scatena diatribe assurde: l’outfit delle invitate, comprese madri degli sposi.
Ora partendo dall’assunto assoluto che nessuno mai dovrebbe anche solo pensare di addobbarsi a festa in modo troppo vistoso rischiando di mettere in secondo piano la sposa, ecco le regole previste dal galateo del matrimonio.
Sembra scontato dire che va evitato il bianco, ahimè, in alcune occasioni ho visto invitate che lo avevano indossato.
Se la sposa non ha scelto il bianco per il suo abito andrebbe evitato anche questo.
Il divieto assoluto di vestire di nero, colore riservato ai funerali ed agli eventi elegantissimi, ultimamente sta un pò venendo meno: qualcuno (non so bene chi!) ha stabilito che indossato insieme al bianco o con accessori colorati sia possibile. Io resto fedele alla tradizione: avete tante occasioni per utilizzare il nero, ai matrimoni non va usato.
Miei cari lettori anche il rosso è bandito perchè ritenuto troppo audace, stesso discorso per il viola che oltre ad essere abbastanza appariscente è legato alla quaresima cristiana.
Il galaeto prevede l’utilizzo delle tinte pastello. Ovviamente tutte queste regole se valgono per gli invitati valgono anche per le mamme degli sposi. Si ad abiti nelle tinte sobrie: blu cobalto, blu navy, carta da zucchero, azzurro chiaro e celeste.
Assolutamente da evitare abiti troppo corti, troppo appariscenti, pieni di lustrini ed in generale troppo elaborati: non siete voi i protagonisti dell’evento! Si a piccole fantasie floreali ma solo durante eventi diurni.
Discorso borse, ca va sans dire, si a clutch e borse piccole, no per shoppers o borse col manico. Il cappello si solo se utilizzato dalla mamma della sposa che autorizza tutti ad indossarlo.
Vi consiglio dei libri bellissimi sul galateo, in molti spesso dicono “Non mi interessa, io mi vesto come mi pare ai matrimoni!” Benissimo, liberissimi di farlo ma ricordate sempre che il galateo non è nient’altro che: Il complesso delle regole per comportarsi convenientemente e DIGNITOSAMENTE nei rapporti sociali!
Perchè spesso basterebbe solo un pizzico del caro, vecchio e ormai passato di moda BUONSENSO!
La SceltaAccompagnare la sposa in occasione della scelta dell’abito non rientra tra i compiti dell’organizzatrice dell’evento ma quando le mie spose me lo chiedono non dico mai di no, lo recepisco sempre come un onore quello di essere spettatrice di questa magia.
La Scelta, non a caso lo scrivo con la S maiuscola, è un momento intimo, magico che scatena spesso delle alchimie e delle emozioni particolari.
Ieri è stata la mia sposa del 23 giugno protagonista di questo indescrivibile pomeriggio, incredibile per tutta una serie di motivi che a breve vi racconterò.
L’entourage di Paola non era molto numeroso: mamma, suocera, sorella e nipote.
Tutte donne pronte alle 18 a varcare la soglia di un famoso atelier nel brindisino.
Siamo state accolte e seguite da una strepitosa assistente, una ragazza dolcissima con una passione evidentissima per il suo lavoro. Ha messo immediatamente a proprio agio tutte, sposa in testa che ha iniziato ad indossare gli abiti che aveva precedentemente selezionato.
Il défilé che ne è seguito è stato uno spettacolo per gli occhi, non credo di essere di parte ma obiettiva al 100% senza ombra di smentita, la mia sposa è tremendamente bella e qualsiasi cosa indossi è un successo.
Il primo, il secondo abito, via il terzo e così via fino al quinto. Il secondo sembra convincerla ma vorrebbe cambiare qualcosa. Penso dentro di me che l’abito giusto deve ancora arrivare. La vedo riflessa nello specchio mentre valuta i pro ed i contro, si scruta con attenzione non le sfugge alcun particolare ed in quel momento le scatto la foto di questo post.
E’ bellissima nella sua indecisione, la fronte corrugata che rivela tutti gli interrogativi che si susseguono nella sua testa.
C’è ancora un abito da provare il sesto: fino a quel momento mamma e suocera lanciano ogni tanto un piccolo commento ma la mamma sembra aspettare qualcosa.
Caterina porta in camerino l’ultimo abito, ci mettono un pò a preparsi ed ecco che Paola mette un piedino fuori dalla tenda sulla passerella. Non fa in tempo a comparire completamente ed il mio sguardo si posa sulla sua mamma, si accende, un sorriso enorme le compare sul volto: “ho i brividi esclama!” e ci mostra i peli del suo avanbraccio in festa.
La mamma ha sempre ragione, Paola sceglierà l’abito numero 6 nel giorno numero 3.
Per gli amanti della numerologia chissà cosa vorrà significare per me che sono, per ovvi motivi, amante del numero 3 ieri è stato semplicemente un giorno perfetto.
Dovrò però dare una chance anche al numero 4 perchè questa mattina un messaggio della mamma della sposa mi ha rimepito il cuore e convinta sempre di più che ho l’onore di fare il lavoro più bello del mondo.
SOS Suocera & Co.Ho sempre avuto un talento naturale: creare dei rapporti bellissimi con le suocere, sia con le mie, sia (udite udite!) con quelle delle altre.
Perché esordisco così?! Cosa c’entra con i matrimoni?!
Molte spose che ci sono già passate sanno di cosa parlo e future spose questo post è per Voi
Per alcune donne gestire il rapporto con la suocera non è facile e le motivazioni sono, ahimè, parecchie.
Però esiste un tipo di suocera molto più difficile da gestire: la suocera della sposa del Sud. Questo esemplare di donna (che io amo parecchio!) è wedding planner inside. Quando capta con le sue antennine che il figlio e la nuora stanno per annunciare che si sposano ha già avvisato tutti i suoi fornitori, dalla location al fotografo, dall’atelier al flower designer.
Se tutto va bene tua suocera si è sposata nei meravigliosi anni 70, se sei un po’ più “sfigata” negli anni 80; negli anni 90 un po’ meglio dei precedenti ma sempre un problema è
Come far fuori Tua suocera e impedirle di trasformarsi in una WP?!
Ci sono due modi in uno:
1-assumere una organizzatrice di eventi (me ad esempio!)
2-scegliendo me scoprirai il segreto per far sì tua suocera non sia un problema durante i preparativi del tuo matrimonio ne durante il giorno del tuo Si!
Chiedimi come!
Non chiamateli fiorai!Il momento di scegliere il fornitore che si occuperà degli allestimenti è arrivato e non avete idea di cosa cercare o a chi rivolgervi? Eccovi qualche spunto per guidarvi alla ricerca del professionista giusto per voi.
Innanzi tutto niente panico se non avete proprio la più pallida idea di cosa vogliate, spesso partire da una tela bianca è il miglior inizio.
Come tutti i professionisti di cui vi circonderete il mio consiglio è quello di lasciarli esprimere, ma come capire che avete di fronte avete quello giusto?
Innanzi tutto visionate il suo portfolio, dai suoi lavori capirete lo stile e vi sarà chiaro da subito se è nelle vostre corde. Lo step successivo è quello di prendere un appuntamento e di capire se c’è empatia, se è in grado di ascoltarvi e di recepire i vostri desideri.
Valutate la sua disponibilità al dialogo e se si instaura un feeling da subito è un ottimo segnale. Chiedete di visionare i suoi lavori e commentate insieme il materiale che vi mostrerà.
Il flower designer che si rispetti vi offrirà degli input ma poi si riserverà di creare per voi un mini progetto che vi fornirà insieme al preventivo.
Nel caso in cui abbiate al vostro fianco una wedding planner sarà sua cura filtrare il professionista adatto a voi ed organizzare un incontro in cui vi aiuterà, insieme al flower designer, a definire la view dell’evento.
Questa sera inizia Sanremo ed io voglio approfittare per fare i miei più grandi complimenti a Ciro Magazzino, flower designer di Grottaglie (di cui Fine Event ha stima pazzesca e di cui si avvale n.d.r!) che in questi giorni è stato impegnato nell’allestimento di “Casa Sanremo”un programma TV condotto da Veronica Maya sul canale Alice.
E per cortesia: non chiameteli più fiorai o fioristi! Questa categoria, a mio avviso dei veri e propri artisti del fiore e dell’allestimento, sono i Flower Designer.
(Nelle foto due creazioni floreali by Sara Flor di Ciro Magazzino)